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il lato selvaggio

il lupo

Da molti degli allevatori, o appassionati che pubblicizzano la razza del Cane Lupo Cecoslovacco, vi sentirete spesso dire la frase: "E' assolutamente un cane, del lupo non è rimasto nulla se non l'aspetto e un pò di diffidenza da cuccioli.." 
Io qui andrei, in vero, a smentire, o meglio a riformulare la frase con un "geneticamente ha tenuto la predisposizione del cane nei confronti dell'uomo, ha ricevuto alcune buoni doti del pastore tedesco". 
Si, ma il resto? Che cosa è un cane, oltre l'aspetto e l'approccio che ha con l'uomo ed il padrone?
E' dialogo. Comunicazione. E se siete abituati a dialogare con mille altre razze, addestrare meticci, e testoni, o cani aggressivi, aspettatevi una cosa completamente diversa. Il Cane Lupo Cecoslovacco parla una lingua differente, e per questo necessita di molta socializzazione fin da cucciolo con altri cani, per insegnargli ad interagire correttamente con loro e ad imparare il loro linguaggio e magari, chissà, anche acquisirlo.
Ogni soggetto è differente, in ogni cucciolo viene instillata durante la trasposizione genetica la crescita e l'interazione con la madre ed i fratelli, la prima socializzazione con l'uomo, un differente approcciarsi con il mondo esterno, e con il suo mondo interno: Il branco, la famiglia in cui andrà a crescere o anche solo il singolo binomio con il suo compagno uomo, con cui andrà a instaurare un legame speciale ed indissolubile, rispecchiando il sogno di fedeltà che tutti cercano in un cane.
Ora, qui, in questa sezione mi piacerebbe dedicare un'angolo proprio al suo antenato selvatico, concentrandomi sulla struttura sociale del branco, e sulla comunicazione all'interno di esso, in modo da potervi fornire un piccolo vocabolario su alcuni atteggiamenti che potrete riscontrare, magari inizialmente incomprensibili, nel vostro cucciolo.

In un intero branco, che varia da un numero di ben 10- 12 esemplari ad un solo numero di 4-5, vi sono diverse classi gerarchiche in vero, e non necessariamente fisse durante tutta la vita dei soggetti che lo compongono. Spesso la gerarchia muta a seconda delle stagioni e dei vari compiti che ricopre ogni soggetto nelle fasi di vita del branco, dalla riproduzione alla caccia, alla somministrazione del cibo, etc.
Generalmente la coppia alfa è l'unica che rimane più o meno stabile, anche se anche in questo caso il maschio alfa potrebbe variare a seconda delle stagioni mentre, la femmina, spesso rimane perennemente a coordinare la gestione del resto del gruppo, essendo l'unica a cui viene permesso l'accoppiamento e avendo come compito di scegliere di volta in volta il territorio ideale per poter mettere alla luce e crescere la cucciolata dell'anno. Compito assai essenziale per la sopravvivenza di tutto il branco, in quanto ci deve essere sufficiente  riserva di cibo, con acqua nelle vicinanze, sicura da eventuali predatori per i piccoli e da difficoltà ambientali di vario genere.
Il maschio rimane ugualmente spesso invariato anche se di tanto in tanto permette a qualche altro subordinato di accoppiarsi con l'alfa (maschio beta) e a gestire alcuni compiti di comando del branco, come ad esempio nella caccia, o nell'esplorazione e marcamento del territorio.
Altri, poi,  a seconda del periodo dell'anno, dell'età o della stazza, vengono gestiti per altri compiti fondamentali  della vita di gruppo: all'interno della caccia, della ricerca e della scelta del territorio, esplorazione,  ed educazione dei cuccioli alla quale si impegna a partecipare il branco al completo.

il branco

Il ruolo di ogni membro del branco nell'educazione dei nuovi arrivati è fondamentale:
La madre ed il padre, quindi la coppia alfa, si occuperà fin dalla nascita a crescerli come cacciatori, insegnando loro come approcciarsi al mondo trasmettendogli subito, tramite il gioco, l'istinto predatorio e la curiosità verso il mondo esterno.
La coppia beta, che generalmente è quella che durante la cucciolata si occupa della caccia, ha a cuore di trasmettere la gestione del cibo e la comunicazione gerarchica ai piccoli. Gli altri, a seconda del loro ordine nella gerarchia, si approcceranno per stimolare nei cuccioli le giuste prerogative per trasformarsi nell'adulto lupo, membro integrante del branco e dal fascino misterioso e selvaggio.
Spicca, in questo animale, la capacità negli adulti di insegnare e, nei cuccioli,  quella di apprendere. Questo è stato il motore principe per lo studio dell'importanza del gioco e della comunicazione tra i vari membri del gruppo in cui tutti muovono un ruolo fondamentale nella crescita psico-sociale delle cucciolate, elemento che ci ha consentito imparare a leggere le loro dinamiche.

il branco ed i cuccioli
LA CACCIA ED IL TERRITORIO

La caccia, in questo splendido animale, è un rituale che occupa un terzo della sua esistenza, una pratica silenziosa e carica di gesti e sguardi che rimbalzano tra i membri del branco come una silenziosa ed elegante melodia, in cui all'unisono si muovono spaziando il proprio territorio per chilometri arrivando a conoscerlo profondamente, come le abitudini delle loro prede trasmesse tramite invisibili segnali che la terra e l'aria donano loro.

Lo studio di questi animali è partito proprio dall'interesse che ha suscitato nell'uomo questo loro misterioso muoversi, quasi spinto da un qualcosa di spirituale e mistico. Così il lupo, grande predatore, divenne anche preda, e si cominciò a scoprire come il collegamento del lupo a tutta la natura che lo circonda sia intenso e profondo:

Cominciano a muoversi seguendo la migrazione di certi tipi di uccelli (non a caso in certe tradizioni nordiche il lupo ed il corvo operano sotto l'aura dello stesso dio) percependo lo sciogliersi o il formarsi dei ghiacci, o nel momento in cui percepiscono una poca salute nelle piantagioni che nutrono le loro prede.

La loro profonda conoscenza del territorio permette ai lupi di muoversi in ampie scorciatoie che portano esattamente a dove dovrebbero arrivare le prede scelte. Capaci di digiunare per giorni semplicemente marciando verso l'obiettivo comunicano raramente tramite ululati o suoni vocali, limitandosi al linguaggio del corpo e dello sguardo.

Una leggenda indiana parla dello sguardo della comunicazione di morte, sguardo in cui un lupo ti legge l'anima per comprendere se devi essere mangiato o risparmiato.

Spesso il lupo ricerca lo sguardo della propria preda prima dell'attacco, che non sempre si manifesta. Ogni tanto si può notare che la preda, dopo i lunghi momenti in cui le iridi sono andate a incrociarsi con quelle del predatore se ne va in tranquillità, o se ne va il lupo, come fossero congiunti in un tacito accordo.

Il lupo è un ottimo cacciatore, ma non un assassino. È difficile che uccida in esubero, se non in rari casi in cui ci si trova davanti a situazioni di sovrapopolazione. La presenza del lupo, equilibra e giova ad ogni aspetto della natura, in quanto ne mantiene il naturale ciclo vitale (se ci fosse un sovranumero di ungulati in una determinata zona, alcune piante morirebbero restringendo l'abitabilità e la sopravvivenza di una zona boschiva o di una pianura). In molti casi, specialmente per gli animali d'allevamento, lo sterminio di massa è operato da cani rinselvatichiti o da ibridi cane-lupo. Questi animali hanno la tendenza ad essere assassini in quanto raramente poi mangiano l'animale ucciso. Spesso i segni caratteristici sono le profonde mutilazioni che infliggono alle vittime.

 

 

Il Territorio di un branco di lupi deve comprendere aree di riposo, riproduzione (in genere le preferiscono nelle zone più alte e rocciose, dove possono mantenere sotto controllo al meglio il territorio circostante e sottostante), di caccia (generalmente scelgono boschi e luoghi cespugliosi, raramente se non in inverno o in situazioni particolari scelgono pianure o zone sgombre) e di spostamento. Generalmente è molto vasto e dinamico cambiando continuamente a seconda di diversi fattori: la presenza di prede, la loro grandezza, le caratteristiche topografiche del territorio che coprono, di quanti membri è composto il branco, come è costituito e della sua forza. Anche le stagioni ed il clima determinano un importante ruolo nella scelta del territorio di un branco, o sulla presenza di altri eventuali grossi predatori, come anche l'uomo.

La sua difesa, è fatta con le marcature dei confini tramite segnali odorosi lasciati da urine, feci, e secrezioni ghiandolari che rilasciano con i polpastrelli delle zampe posteriori. Sulle grandi distanze, invece, usano l'ululato, capace di essere sentito da chilometri di distanza grazie al loro fine udito.

Non sempre il territorio o alcune sue zone vengono sfruttate da un solo branco, anzi, spesso si può notare, data la vastità della zona trattata, che due branchi sfruttino a periodi alterni alcune tratte di spostamenti o alcune aree di caccia, senza per questo disturbarsi nè scontrarsi in alcun modo.

 

Al giorno d'oggi, in Italia, i lupi si possono trovare in territori composti da boschi di latifoglie, pochi esemplari abitano le Alpi, per lo più quelle marittime e occidentali. Nell'ultimo decennio, probabilmente con l'aumento del loro numero, si è rilevata la loro presenza anche a ridosso delle pianure nelle zone collinari, più vicini all'uomo (attirati forse dalla poca cura, o l'assenza di molte recinzioni che dovrebbero difendere il bestiame). 

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